Menzogne necessarie e doni “a rendere”: qualche considerazione sugli elogi degli Estensi nell’Orlando furioso

Il saggio è dedicato ad un’analisi complessiva dei brani dell’Orlando Furioso destinati all’elogio degli ultimi Estensi, e in particolare d’Ippolito. L’obiettivo è quello di mostrare come la serietà della funzione encomiastica sia messa in forse da Ariosto, o addirittura sovvertita, attraverso il ricorso ai meccanismi della parodia e del paradosso. Gli specifici luoghi presi in considerazione presentano, inoltre, un’ulteriore caratteristica comune: l’ironia che percorre l’opera da cima a fondo si sprigiona, in questi casi, non solo e non tanto dalla qualità (più o meno esplicitamente) antifrastica dei singoli enunciati, ma dal modo in cui essi si trovano accostati a racconti, descrizioni o riflessioni che ne rovesciano in qualche modo il segno, o svelano la distanza che li stacca dalla prospettiva rivendicata per sé dall’autore.The essay presents an overall analysis of the passages in Orlando Furioso intended to praise the last Este family, and in particular Ippolito. The aim is to show how the seriousness of the encomiastic function is questioned by Ariosto, or even subverted, through the use of parody and paradox. The specific places of the poem under consideration also present a further common feature: the irony that runs through the work as a whole is released, in these cases, not only and not so much by the (more or less explicitly) antiphrastic quality of the single utterances, but by the way they are juxtaposed to stories, descriptions or reflections that somehow overturn their sign, or reveal the distance that separates the ostentatious celebratory function from the author's personal perspective